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UBNP- Un Bambino nella preghiera
11 novembre 2000

Novembre 2000 - Un tesoro in vasi di argilla / Un popolo sacerdotale /Chi e’ il mio prossimo ? /

catéchisme

I numeri del nostro bolletino sono oramai troppo nuumerosi per  inviarli a tutti voi nella “posta di inizio”. Ecco una piccola sintesi di numeri 5,6,7 e 11.

N°5  : UN POPOLO SACERDOTALE

“Ognuno di quelli che partecipano alla nostra comunita’ non ha  bisogno di essere  stimolato

a valutare la preghiera. Ognuno ne sa conosce tutta l’importanza. Io vorrei semplicemente sottolinearne un aspetto per un nostro migliore servizio.

La nostra preghiera di cristiani non e’ una somma di preghiere individuali. Essa non e’ neanche una preghiera da affidare a un prete perche’ essa diventi piu’ ecclesiale. Essa e’ una preghiera di uno dei membri del Corpo di Cristo per altri membri sofferenti del Corpo di Cristo, per il Cristo stesso, testa del suo Corpo, et per tutti i membri del suo Corpo. Essa e’ la preghiera della Chiesa, di una Comunita’, di un Popolo Sacerdotale, cioe’ di cristiani articolati, organizzati, incorporati nell’unica preghiera del Cristo.

La nostra solidarieta’ non e’ solo compassione umana, fraterna. Essa e’ la nostra compassione per un membro sofferente del nostro Corpo, e dunque, essa e’ al tempo stesso compassione per il Cristo povero e compassione del Cristo per l’uomo povero. Se la nostra preghiera non e’ dunque da affidare a un prete perche’ essa diventi ecclesiale, essa deve essere presentata nell’Eucarestia dove il popolo sacerdotale per il sacerdozio ministeriale esercita la sua responsabilita’ di popolo della preghiera.

Per la messa celebrata a Clermont, Parrocchia Nuova posta sotto il titolo di Cuore  del Cristo pieno di misericordia, questo venerdi’ 29 settembre, in comunione con tutti quelli che non hanno potuto unirsi a noi e che hanno pregato in altre chiese o a casa loro, e’ stato vissuto un momento forte della nostra giovane comunita’.”

                                                                                                          Padre Bruno

 

 

N°6 : VASI D’ARGILLA

L’ultima Assemblea dei Vescovi riuniti a Lourdes a inizio novembre a deciso di non proteggere piu’ i preti colpevoli di pedofilia e di portarli, tramite la conversione e il pentimento, a consegnarsi alla Giustizia.

Anche se questo e’ doloroso, e’ sano per la Chiesa di dare la verita’ su questa questione.

Certo, in quanto membri della Chiesa, membri del corpo del Cristo, noi siamo particolarmente colpiti dalla poverta’ di questi preti. Ma permetteteci di citare un estratto della lettera che il Papa Giovanni Paolo II intestava ai preti per il Giovedi Santo 2000, dal Cenacolo a Gerusalemme. Questo testo ci ridice che, malgrado la fragilita’ degli uomini davanti al peccato, Dio continua, al di la’ della nostra propria comprensione, a dare fiducia e a chiamare degli uomini al proprio servizio:

Un tesoro in vasi di argilla

“E’ vero che, nella storia del sacerdozio come in quella di tutto il popolo di Dio, si sente anche la presenza oscura del peccato. Spesso, la fragilita’ umana dei ministri ha oscurato in essi il viso del Cristo. Come sorprendersi, precisamente qui al Cenacolo?

Qui, non  solo si e’ consumato il tradimento di Giuda, ma Pietro stesso ha dovuto prendere cosciennza della sua debolezza ricevendo l’amara profezia del rinnego. Certo, scegliendo degli uomini come i Dodici, il Cristo non si faceva illusioni. San Paolo ci indica la ragione : « Questo tesoro, noi lo portiamo in vasi d’argilla, perche’ questo eccesso di potenza sia di Dio e non venga da noi ». (2 Co, 4,7)

Per questo, malgrado tutte le fragilita’ dei suoi preti, il popolo di Dio ha continuato a credere nella forza del Cristo che agisce tramite il loro ministero. Come non ricordarsi la splendida testimonianza del Poverello di Assisi a questo proposito? Lui che, per umilta’, non voleva essere prete, espresse nel suo Testamento la sua fede nel mistero del  Cristo presente nei preti, dicendosi pronto a ricorrere a essi, anche se essi dovevano perseguitarlo, senza tener conto del loro peccato. “ E io faccio questo – egli spiegava – perche’, del Figlio di Dio, io non vedo nient’altro, corporalmente, in questo mondo, che il suo corpo santo e il suo santo sangue che essi solo consacrano e che essi solo amministrano agli altri.” (Fonti Francescane, n. 113)”

                                                                                              Giovanni Paolo II

Allora sosteniamo tramite la nostra preghiera questi preti troppo poveri, vittime della loro propria storia di adulti, a volte, essi stessi vittime della loro infanzia.

Che nostro Signore, Dio di tutto Amore e di tutta Misericordia, li sostenga nella loro lotta contro se stessi e che sia loro dato di fare la Verita’ nella loro vita e nella vita dei bambini che essi hanno ferito.

Che questi bambini ricevano dallo Spirito Santo il discernimento, e che non confondano l’umanita’ peccatrice dei servitori di nostro Signore, con l’Umanita’ del Cristo, dono d’Amore fino al sacrificio della Croce.

 

N°7 : UN POPOLO SACERDOTALE:

Un bambino maltrattato, cioe’ che ha subito delle violenze fisiche, sessuali, che e’ vittima della crudelta’ morale o di gravi negligenze molto spesso tace e non testimonia di questi fatti. E’ molto raro, per esempio questo bimbo di 8 anni che ha attraversato una grande citta’ per andare a domandare aiuto a un Commissariato di Polizia, che un bambino maltrattato spontaneamente vada dall’insegnante, dall’educatore, dal medico o da qualunque altro adulto per confidarsi. L’adulto non e’ piu’ percepito come la persona che puo’ proteggere. Il bambino ha paura di tutti gli adulti che potenzialmente possono maltrattarlo. Molto spesso l’adulto autore delle violenze, di solito sessuali, terrorizza il bambino imponendogli il silenzio e minacciandolo, a volte di morte.

Infine il bambino si sente stranamente colpevole di quello che ha subito. Per esempio, i colpi sono allora percepiti come meritati (“ho fatto qualche cosa di male dunque e’ normale che sia battuto”)

e/o temuti in  una relazione in cui il bambino si sente riconosciuto come qui e’ stato battuto (“ lui mi batte, quindi esisto, quindi mi ama).

Allora come riconoscere il bambino che ha bisogno di aiuto? Certi elementi possono essere indicatori di maltrattamento:

- impegno a scuola mediocre, o inesistente; ma anche, molto piu’ raramente, super-impegno e paura terrorizzante del cattivo voto

- mancanza di igiene o eccesso patologico di pulizia

- rifiuto di mettersi in pantoloni corti da sport o in costume da bagno in piscina

- mancanza di appetito con dimagrimento e perdita di peso molto rilevante

- estrema apatia e/o crisi di violenza

- autopunizioni (farsi del male, dare colpi con la testa contro il muro...)

- sonno perturbato (incubi, crisi...)

Questa lista non e’ completa, ma essa riflette i trauma subiti dai bambini.

Qualche cifra eloquente a proposito del maltrattamento sessuale:

                                   1 bimba su 8 e un bambino su 10 ne sono vittime

                                   In una classe di 30 bambini questo rappresenta 3 bambini

E’ spesso nei casi di maltrattamento sessuale che il peso del silenzio e’ piu’ forte: il bambino e’ legato dal silenzio; i parenti, fratelli, sorelle, zii, zie sono spesso dei testimoni imbavagliati.

Spesso la madre che tace davanti al calvario di suo figlio ha lei stessa subito questa violenza quando era bambina e non osa dire niente perche’ questo significherebbe testimoniare della sua propria sofferenza...

Il silenzio che imprigiona il bambino :  non dire niente altrimenti mi uccidono, altrimenti mio padre va in prigione, altrimennti mia mamma se suicida, altrimenti saro’ separato dai miei fratelli e sorelle...

Il silenzio che imbavaglia la famiglia...conservare a tutti i costi l’apparenza della normalita’.

Il silenzio di vicini, degli insegnanti...perche’ non si sa mai, non siamo veramente sicuri, non vorremmo avere o fare storie...

Vi ricordiamo che esiste un numero gratuito e anonimo che permette di denunciare questi crimini e di rompere il silenzio : ” 114-Telefono Azzurro”

Grazie per questi bambini, e la nostra preghiera per tutte le persone che lavorano e agiscono in questa struttura.

 

N°11 di gennaio 2011: chi e’ il mio prossimo?

Un bambino che soffre e’ innanzitutto un bambino, che sia bianco, nero, asiatico, ebreo, cristiano, musulmano...tutti hanno lo stesso sguardo! Eppure, alcuni di noi, adulti, facciamo ancora delle differenze...come se noi ignorassimo lo sguardo di Amore di Dio per tutti...

Chi e’ il mio prossimo?

E Gesu’ risponde: di chi mi sono io fatto il prossimo?

La questione dell’origine dei bambini aggrediti fa sorgere una domanda inaspettata. Per questa o quella persona che prega, un nome di connotazione araba da fastidio! Le emozioni sono forti e da rispettare anche. Il dolore di un passato che risale a 40 anni, che risorge regolarmente nelle nostre coscienze e nei medias? Ma se un nome a connotazione francese era quello di un non-battezzato!

E se un altro a connotazione araba era quello di un cristiano berbero!

E se quel bambino musulmano era vittima di un adulto battezzato!

Semplicemente, bisognera’ portarli bene tutti, affidarli tutti, perche’ feriti, essi sono tutti creature di Dio, a sua immagine e sua somiglianza, talmente amati da Dio che egli ha inviato per essi suo Figlio.

Allora se alcuni volessero manifestarsi, noi potremmo affidare loro Ali, Zahia, Malika, Nabil, Samir, Neusa et Nehia. Da Pasqua e dalla Pentecoste, lo Spirito del Cristo e’ diffuso in tutta la carne.

                                                                                              Padre Bruno

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UBNP- Un Bambino nella preghiera
  • ‘’UBNP- Un Bambino nella preghiera’’ (= UEDLP in francese). Il proposito di quest’opera e’ di pregare per dei bambini maltrattati e degli adulti che maltrattano, di tutte le religioni e di tutti i paesi.
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